Niente di nuovo?
Dagli albori dell’automazione si è cercato di rendere le produzioni capaci di mutare per seguire al meglio gli scopi aziendali.
Da anni si teorizzano metodologie sempre più efficienti che prevedono soluzioni brillanti o creative negli ambienti produttivi per accontentare il mercato di riferimento.
Ogni passo in avanti è sempre stato innovativo e rivoluzionario, ma fino a poco tempo fa l’attenzione era rivolta ad aumentare la reattività e la resilienza.
Oggi è diverso
In pochi anni, il paradigma della flessibilità si è evoluto da reattivo a pro-attivo.
Non è più sufficiente saper reagire, occorre prevedere.
Ancora una volta la protagonista di questo cambiamento è l’Intelligenza Artificiale.
Come si ottiene un impianto produttivo flessibile nel 2022?
Utilizzando le ultime tecnologie disponibili e con un’attenzione al dettaglio estrema.
Qualsiasi componente relativo all’attività dell’azienda è digitalizzato. L’azienda è ed ha un gemello digitale. Questa duplice essenza permette ad algoritmi sofisticati di simulare, verificare e applicare decisioni istantaneamente. Qualsiasi decisione presa è stata fatta sulla base di informazioni esatte e puntuali.
Nella gestione della produzione sarà previsto di potersi adeguare, flettere continuamente, senza perdite né sforzi per qualsiasi ragione valida.
Il rapporto tra esseri umani e macchine è vitale.
Quanto costa diventare flessibili?
Il costo più rilevante che si prospetta è dato dal tempo necessario al cambio di mentalità.
È proprio il ritardo che le aziende avranno sui concorrenti che determinerà le maggiori perdite.
Infatti, la possibilità di anticipare il mercato offrendo per primi i prodotti con le caratteristiche richieste, è ciò che determina il vantaggio economico e competitivo.
Nell’era digitale la possibilità di entrare in nuovi mercati, di arrivare a tutti i propri clienti con efficacia e puntualità è possibile a tutti i livelli e ad ogni latitudine.
Una volta raggiunta la flessibilità necessaria per competere, qualsiasi investimento realizzato sarà ripagato.
L’IA è affidabile?
La suggestione negativa che circonda l’intelligenza artificiale è in realtà derivata da innumerevoli errori umani.
Gli algoritmi possono fallire, i sensori possono sbagliare e le macchine si possono rompere ma, sono pur sempre prodotti umani e come questi assoggettati alle leggi fisiche e del tempo.
Ma sono i numeri a garantire sempre di più il risultato, infatti la capacità di processare una sempre maggior quantità di informazioni, garantisce statisticamente la riduzione di problematiche.
In un processo iterativo di conoscenza granulare, condivisa e aggregata, è possibile evitare che i sensori falliscano conoscendo tutte le situazioni in cui possono sbagliare, così come la manutenzione sarà capace di definire il periodo di vita di un macchinario prima di iniziare ad utilizzarlo.
L’affidabilità è quindi data dal numero di dati che si processano e da quanto questi siano completi e precisi.
Sivaf Informatica è in grado di aiutare le aziende a compiere tutti i passi che compongono questo cammino verso una produzione digitale flessibile.