L’uso di tecnologie digitali abilitanti, come l’Internet of Things (IoT) e l’Intelligenza Artificiale (AI), possono aiutare le aziende a monitorare e ottimizzare i loro processi produttivi, riducendo gli sprechi di energia e di materie prime.
I pilastri dell’industria 5.0, così come concettualizzati dalla Commissione Europea qualche anno fa, sono tre: Resilienza, Sostenibilità e Umanocentrismo.
Le sei tecnologie chiave di Industria 5.0 sono:
- interazione uomo-macchina personalizzata
- tecnologie ispirate alla natura e materiali intelligenti
- gemelli digitali e simulazione
- tecnologie per la trasmissione, l’immagazzinamento e l’analisi dei dati
- intelligenza artificiale
- tecnologie per l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, lo stoccaggio dell’energia e l’autonomia
Uno dei primi documenti della Commissione Europea datato 2022, delinea gli elementi che costituiscono l’Industria 5.0 come concetto;
- responsabilità a livello di catena di fornitura e di ecosistema produttivo
- un’economia rigenerativa e circolare “by design”
- autosufficienza, adattabilità e riduzione della fragilità
- decentralizzazione per raggiungere sostenibilità e resilienza
- digitalizzare con uno scopo, al fine di vivere in armonia con i limiti del pianeta
- misurare tutto ciò che è importante: metriche rigenerative e quadro normativo
Prendiamo come esempio un’azienda manifatturiera, i possibili impatti di Industria 5.0 si potrebbero rintracciare in:
- l’impegno a redigere il bilancio di sostenibilità (che interessa circa 50.000 imprese in tutta l’UE)
- l’esclusione o l’accesso facilitato a opportunità di finanziamento in base ai punteggi e i criteri ESG dell’azienda
- la brand reputation. Sono sempre di più, infatti, i consumatori che basano le proprie scelte di acquisto sulla sostenibilità delle aziende e dei prodotti che vendono
- la capacità di attrarre e trattenere la forza lavoro
- la capacità di ottimizzare i consumi e l’utilizzo delle risorse necessarie alla produzione, strategica per tutelare i margini di profitto
- la capacità di creare business model innovativi basati sull’economia circolare e rigenerativa
È chiaro che le aziende devono al più presto dotarsi di sistemi evoluti di raccolta e misurazione dati.
Il tempo degli indovini è finito, è necessario conoscere nel minimo dettaglio ogni aspetto delle proprie aziende, anche di quelli non strettamente legati alla produzione classica, come gli indicatori di benessere del lavoratore o quelli di gradimento della clientela.
Il ruolo chiave dell’IoT
Il punto di incontro tecnologico tra i diversi mondi di un’azienda è il dispositivo IoT. Dall’acquisizione dei tempi di ciclo alla temperatura degli ambienti di lavoro, sino ad arrivare ai dispositivi personali, ormai tutto passa attraverso la rete e richiede internet per funzionare al meglio.
Attraverso questa costellazione di dispositivi le aziende dovranno coordinare un flusso di dati organizzato e coerente per trarre beneficio da tutta questa pantagruelica disponibilità di bit.
Integrazione tra IT e OT
La necessaria integrazione tra Information Technology (IT) ed Operational Technology (OT) consentirà processi più efficienti ed aumenterà la produttività, ma allo stesso tempo estende la superficie per un attacco cibernetico e ingigantisce la complessità ingegneristica.
Che cos’è l’OT?
Il termine OT significa “tecnologia operativa”, e si riferisce propriamente ai sistemi informatici utilizzati per gestire le operazioni industriali.
Qual è la differenza tra IT e OT?
Nell’ambito IoT la convergenza IT-OT è già realtà e non esiste una suddivisione rigida tra i due ambiti.
La convergenza tra IT e OT ha rappresentato una delle sfide più stimolanti dell’Industria 4.0.
L’IT è responsabile della creazione, archiviazione e protezione dei dati di un’organizzazione; mentre l’OT si focalizza sui processi che hanno luogo nel mondo fisico, come la gestione della produttività, della forza lavoro e dei macchinari.
L’ottimizzazione dei processi produttivi, l’aumento della produttività, l’efficientamento d’uso delle scorte di magazzino, la riduzione degli sprechi, il miglioramento della manutenzione, il risparmio di manodopera, materie prime ed energia, sono tutti benefici che questa convergenza ha portato.
PMI e lo stare al passo
Sembra impossibile per una PMI stare al passo con tutte queste transizioni ed evoluzioni, eppure, rispetto ad aziende grandi e strutturate, l’agilità e la rapidità con cui è possibile fare proprie tutte queste innovazioni, è esclusiva delle aziende più piccole, se ben strutturate.